Era il 1983 o al massimo il 1984. Tempo di Carnevale. Le feste proliferavano. Alcuni amici propongono di andare a quella del Rotary, ai margini della provincia ad alcune decine di km dalla città. Dopo i tanti travestimenti ideati nel corso degli anni: Arlecchino, Generale in Mutande, Cesso, Infermiera, Vedova… decido di assumere la veste della Brasiliana, solo perché avevo trovato un turbante verde e della frutta in miniatura da utilizzare come decorazione. Non era un costume esagerato, nè succinto, ma fece il suo bel successo. In particolare quando nella sala gremita entrarono i 9 ZORRI. Erano buontemponi di Arezzo, accompagnati da un sedicente giornalista di Repubblica, in smoking. L’idea era quasi geniale: mettere in ordine di altezza 9 ragazzuoli. Il n. 1 era 1.60. Il n. 9, 1.90. Erano arrivati stipati in un furgone Ford Transit turchese. Il giornalista faceva la parte del, o pretendeva di essere riconosciuto come Pifferaio Magico della situazione. Ma il suo piffero non suonava la nota giusta. Dalla selezione degli Zorri emerse il n. 8.
Torna la serie televisiva.
gennaio 15, 2010 alle 3:24 pm |
anche io da piccino a carnevale ho vestito i panni di zorro.
da grande, quando mi sono iscritto a un corso di spagnolo e ho scoperto che zorro significa banalmente volpe, ne ho avuto una grossa delusione (nonostante la parola inizi per z).
gennaio 15, 2010 alle 7:01 pm |
Potrei impedirlo?
Grazie del passaggio e del commento!
Un abbraccio a te e agli che non torneranno
gennaio 16, 2010 alle 9:46 am |
Ma
son curiosa..come hai fatto a vestirti da cesso?O_o ahah
gennaio 16, 2010 alle 6:55 pm |
Cara smoke… gets in someone else’s eyes… fu così: comprai una tenda da doccia, la arrangiai a mo’ di tutina (sommariamente tagliando e cucendo con filo grosso..) mi infilai (allora ero una taglia 38) in un asse da cesso bianco nuovo che mi si appoggiava giusto sui fianchi col coperchio dietro tenuto su con boh qualcosa di ingegnoso… poi la catenella dello sciacquone che aveva un pomello bianco (e quando la azionavano facevo anche il sonoro schtltlchchllsschhhh) era appesa di lato ad una sorta di coroncina rigida che tenevo in testa come un’aureola! santo cesso!! avevo 17 anni, ero abbastanza matta ma non come ora!!!
gennaio 17, 2010 alle 5:45 pm |
Finalmente ce l’ho fatta! A fare cosa? A risponderti! La mia connessione farebbe invidia ad una tartaruga, perché va a foche monache depresse sdraiate al sole! Per mandare un messaggio mi occorrono, talvolta 30 min…
Anche per inviare questo commento… ci ho messo 15 minuti, buoni buoni…
Leggo che parli di aretini e quindi di toscani… beh, io sono pisano e confermo che i toscanacci sono unici… Non si prendono mai sul serio e ridono sempre alla vita! 🙂
gennaio 17, 2010 alle 9:38 pm |
Ahah fantastica! XD
Non come ora, eh??
🙂
gennaio 19, 2010 alle 9:09 am |
Azzardo un’ipotesi: se ti sei travestita da cesso penso che tu fossi invece moooolto carina, o almeno senza complessi! Perché io, invece, che sono sempre stata altalenante tra l’idea di essere bellina e quella di essere impresentabile, avrei piuttosto temuto che mi si dicesse: "Ehi, e che bisogno c’era di travestirti da cesso?!"…
gennaio 27, 2010 alle 5:12 pm |
Ciao Paola, ti lascio un saluto qui che non c’entra nulla col blog ma è per ricontattarti dopo arte da mangiare 2008
http://www.artmajeur.com/giuseppebagattoni