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IL MIO PRIMO KEBAB

aprile 22, 2009

Risale al 1984 quando giovane cameriera prima in Galles con progetto scambio tra twin-towns pro acquisizione english language e poi sguinzagliata per Londra a scialacquare il guadagno (gli ultimi pennies spesi a Camden!) un amico in servizio a Moylan House mi portò vicino a Piccadilly in una botteguccia con uno spiedo verticale che io non avevo mai visto prima e da cui con un coltellaccio, un omino rifilava tocchi di carne chiara che cadevano su un vassoio di acciaio e poi finivano in un panino a tasca. Rivelazione. In Italia era ben di là dall’apparire.

Ora, posso anche dire di aver casualmente constatato la diffusione dei kebab qui da noi, ma io non ne sono così appassionata anche perché mi sembrano inferiori a quelli di Piccadilly: morbidi, insalata fresca, cipolla-cipolla, salsina bianca autentica (quelli) e secchi, insapori con salsina omologata che sa di maio-schifezza e pomodori frolli-slavati (questi).

La questione non è mangiare il kebab per strada, ma è mangiare bene! Magari portiamoci da casa

 il panino con la cotoletta

e la foglia di lattuga intera che esce ammiccante dai lati, e troviamoci a mangiarlo in piazza Aquileia in barba alle bistecche argentine e alla fajita messicana!

In seconda convocazione propongo:

il panino con le alici fritte.

Seguirà la sessione della parmigiana, della frittata alle zucchine, della peperonata!

 

PAROLE IN LIBERTA'

marzo 28, 2009

facciamo così vengo da te e poi decidiamo il da farsi zannottola mi libererò per le 18  pensa a cosa vorresti fare movida pub irlandese piano bar pattinaggio rapina accattonaggio adescamento  ci vediam questo si sta spegnendo la voglio provare questa commistione devo sciogliere questo mio laccio ciao gatta chopin su e giù per le note

gattartista ogni cosa rischia di essere approssimata e sotto misura tacitare gli esosi avidi spilorci creditori questo vento freddo mi trova impreparato una tua inquietudine attendere il notaio è quanto di più evitabile al mondo son vestito anche peggio di ieri sembro un texano giuro che la pianto e ti lascio in pace non riesco a trattenere un sorriso dietro l’altro che gli dei siano con te  le lunghe gambe delle tenniste oggi avrei voluto essere marocchino anzi quel marocchino consiglio direttivo  omaggi molto floreali primavera incombente per tolentino fosse stata la settimana scorsa infermiera contadina assistente cameriera estasi culinarie sei lì carsica nella mia testa vivere con purezza non mi perdo una sillaba di quel che dici e come lo dici  siamo a gubbio sei a roma? ciao vi conviene cambiare weekend il tempo fa paura fino a giovedì sembra sia brutto speriamo nel prossimo mi trovo sempre mille cose da fare spontaneità non necessariamente sintomo di pochezza dietro un’aura di fascinosa elegiaca proposizione si nasconde il nulla se non il male voce terrigena terrestre di anima femminile animaletto specie repellenti i loro cuccioli si rotolano e creano trappole per far cadere i camerieri emettono urla di richiamo le madri si disinteressano quasi subito orgoglio per i danni ai locali vado a vedere le anitre migrare con gli infrarossi via di qui mi faccio un giro ad asparagi e germogli passo vicino campo golf non puoi non farti viva azzo finito le acciughe per colazione e ora come faccio gattaccia? cellulite come gommapiuma spunti pieni di vitalità sani salvi e rifocillati com’era l’orizzonte? pesce sulla terrazza a mare? produzione sterminata odio la precisione ma sono le nove e due minuti un abbrajoe imperterrito vecchia bisbetica inguardabile vado dall’oculista e già che ci sono faccio un salto nel lettino dello psicanalista linguaccia prato di josafat se hai problemi no se no sì uso il fisso perché è gratis c’è una cosa ke potresti fare per me prendere una sega elettrica e togliermi questa armatura la paziente molto impaziente non ha blaterato un bel niente il giardiniere  referto severo di recente polisonnografia 44 apnee all’ora 92 di saturazione ossigeno candidato alla ventilazione notturna il miglior chirurgo d’italia grazie per il maestro grazie ma sono troppo in disordine con tutte le modelle che ci sono in giro questi ultimi giorni sono stati convulsi grazie prof se capita in quel di sidney sarà mia ospite sono stata da giovanna sta bene hai ragione 😦 la bottiglietta non è mai stata in pericolo filippo è venuto a milano al museo di scienze naturali magari vi incrociate…

 (espressioni autentiche estratte a caso da sms residui ricevuti negli ultimi 44 giorni, di quelli che non si cancellano subito perché fanno ridere…)