parco delle cave, terra e lago
Tag: parco delle cave
This entry was posted on marzo 15, 2013 at 9:58 PM and is filed under Uncategorized. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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marzo 15, 2013 alle 10:04 PM |
Che belli! Spero che chiamino una primavera che non vuole proprio arrivare
marzo 15, 2013 alle 10:05 PM |
ricordo un servizio fotografico, di questo genere, fatto ad un’amica al parco di Trenno due o tre anni fa… anche lei seduta su una panchina
era estate gambe ben fatte e un paio di tatuaggi non invasivi, a me piacciono poco.
ebbene se la detentrice di queste gambe fasciate in stivali vuole farsi fare qualche scatto da me: sono a disposizione!
g
marzo 15, 2013 alle 10:06 PM |
in questi giorni di pessima qualità dal punto di vista fisiologico (pressione arteriosa a mille… emicrania lancinante…) ci si può sempre consolare!
marzo 15, 2013 alle 10:43 PM |
Sai che sei la mia modella preferita! Anche se non sei mai disponibile a posare!
marzo 17, 2013 alle 12:03 PM |
Oltre l’8 marzo nel cuore della primavera
E’ da una vita che Ipazia Rosas non ha imparato a fare il colore per tingersi i capelli. Spesso ha tentato ma senza riuscirvi come i tentativi per trasformare la vita:c’era sempre un pensiero a rimorchio della paura.
La stessa cosa di quando da bambina faceva salti di gioia:c’era sempre un pericolo in agguato per poi buscare i rimproveri dei genitori e delle donne anziane. Rimaneva un lato coperto da un eccessivo grande entusiasmo: c’era come un freno alla passione.
Ipazia, che pensava di avere un nome raro e impegnativo, lei che in fondo era una precaria della quotidianità da sempre, un mattino d’inverno pieno di sole, che assomigliava a un giorno caldo di primavera, al centro del bivio, chiamato rotonda degli alberi in fiore, svoltò nell’altro viale parallelo al principale e fiancheggiato da alberi sempreverdi.
Quando prendeva una decisione, in bocca le rimaneva il sapore del ferro, ma a lei bastava una premuta di limone e qualche pensiero ai sogni. Certo il buio e il freddo dell’anima erano sempre lì, pronti ad aggredirla.
E con il viso in fiamme e una sottile fitta di dolore Ipazia pensò: Almeno ci provo. E aprì la porta rossa. E ricordò quando gli piantarono due spade nel collo e pur non vedendo il sangue sgorgare dalla ferita, cadde in ginocchio, esausta, ma senza morire. Qualcuno, sbirciando di nascosto, gridò al miracolo e altre donne anziane aggiunsero rosso.
Sul confine tra la vita e la morte, Ipazia fu supportata dal silenzio della voce interiore uguale a una collana di voci. Da sempre la voce non si mostrava mai. Ipazia, in lontananza, vide una porta, rossa. In un estate piena di luce, non soltanto solare, Ipazia partì per un isola e fu lì che pitturò una casa tutta bianca e la porta d’ingresso, rossa. Il resto era azzurro come il cielo e il mare. E ricordò il sangue.
marzo 17, 2013 alle 12:35 PM |
..questa è maieutica! sono in contatto con una scrittrice per un racconto che interessa la sua sfera… la protagonista è una donna che si tinge ossessivamente i capelli! Transit, sei un mago!! Ma questa sindrome da menopausa mi attanagliaaaaaaaaa!!!
marzo 17, 2013 alle 2:07 PM |
Belli….ancora più belli il ginocchio piegato e il lembo di coscia che fa immaginare un binario ferroviario che può portare soltanto ad una stazione confortevole!!!!!!
marzo 18, 2013 alle 2:51 PM |
Le donne stivalate.. squinternano sempre 😉
marzo 18, 2013 alle 7:40 PM |
Pare di sì, Ju! Forse perché gli stivali sono evocativi di figure autoritarie…e dopo il costume da infermiera mi sa che in ordine di gradimento per le carnevalate sexy ci sia la poliziotta o la nazista sadica… Molti ne sentono il bisogno. Per alcuni è un ritorno all’infanzia, visti i riferimenti che magari hanno avuto …o avrebbero voluto avere… mah, non addentriamoci in questa selva oscura!
marzo 21, 2013 alle 10:28 PM |
Queste splendide gambe sono il vero 21 marzo…
marzo 22, 2013 alle 1:14 PM |
Merito del fotografo che ha scelto la giusta angolazione!
giugno 23, 2015 alle 9:49 PM |
E’ quel genere di immagini che ti fa desiderare di essere qualcosa di superiore a qualunque altra cosa, tipo… il vento!