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PARASSITI MILITARI

gennaio 8, 2012

Una campagna di informazione sommaria sta attraversando il Paese. Riguarda le spese militari che hanno per oggetto i famosi cacciabombardieri f35 per un montante di 15 o 20 milioni di euro. Non sono caramelline pertanto sarebbe opportuno fissare una cifra. Ma la stampa è vaga.

In ogni caso l’entità della spesa pare sia praticamente equivalente alla restrizione finanziaria attuata con il prolungamento della vita lavorativa di coloro che stavano per abbandonarsi agli ozi e ai piaceri della pensione, classe 1952-53 se non erro, e che invece si vedono miseramente costretti a tirare avanti in un incubo per altri sette anni sette.

Se Monti fosse davvero machiavellico, dopo aver minacciato il peggio, anche per consolidare il consenso di cui ha bisogno, dovrebbe attenuare le pene corrispondenti a qualche millilitro di lacrime e sangue risparmiato, a tutti gli innocenti bersagliati dalla manovra così sapientemente (all’apparenza) manovrata.

Azzerare le spese militari, inutili e grottesche, e compensare l’affanno di molti, avrebbe una portata simbolica enorme. Ma, quando si parla di crescita, forse dovremmo considerare che dietro il paravento di auto e pelletterie, vi sono altre industrie che non hanno bisogno di chiedere, mai!, come l’industria della guerra. Ah, bella! Cui prodest?

Come si fa a lasciarsi sfuggire un dettaglio così denso? Ragionando e discorrendo mi sovviene di un episodio. Non molto tempo fa ho avuto la curiosa opportunità di visitare una struttura militare. Mi si è aperto un mondo. Suono al campanello di un portoncino metallico evidentemente blindato ed evidentemente sorvegliato. Scatta e si apre. Un cartello mi intima l’ALT e di farmi riconoscere. Estraggo un documento e lo porgo al giovane in divisa che staziona in una guardiola affollata di suoi simili, chi seduto chi appoggiato a un tavolino o al muro, dall’aria molto annoiata (se quello è il loro compito, c’è da crederlo!). Il pezzo di carta aperto e rigirato per via del verso della foto, viene riposto in un semplice casellario. Il militare in tuta mimetica con targhette in codice mi chiede meccanicamente con voce opaca il motivo della visita.

Morale: X militari non più di precetto, sono stipendiati dallo Stato. Quanti sono? Cosa fanno? Quanto pesano finanziariamente? Mai sentito parlare di militari parassiti assenteisti fannulloni o doppiolavoristi: sono tutti così e non si distinguono? Perché si spara sempre su insegnanti, postali, poliziotti, impiegati dei tribunali… ma mai sui militari che zitti zitti quatti quatti sotto sotto rappresentano una tranquilla e indisturbata casta di iperprotetti?

Vediamo un po’. Le donne da quel che ho potuto vedere, hanno le stesse mansioni degli uomini: pari opportunità e pari trattamento finalmente! Infatti anche loro ritirano con dita a pinzetta dal pertugio nel vetro i documenti, anche loro ripetono le formulette, salutano i superiori gonfi sull’attenti, presenziano ordinate all’alzabandiera.

Sòccia. Una rottura di ghiandole sessuali essere presenti e abbigliate di tutto punto all’alba! Le donne sono costrette a pettinare per ore i lunghi capelli e acconciarli opportunamente a chignon. Un grande sacrificio per 1500€ al mese (forse una cifra sottostimata, su cui attendo conferme o smentite). Sì, in caso di emergenza vanno ad aiutare a spalare il fango delle alluvioni, a piantare tende ai terremotati, a scaldare l’acqua per il caffè. Prevenzione, no-o? Vorrei sapere che altro fanno. Le missioni all’estero sono un’altra storia ancora, su un libro paga più ricco.

Sempre a proposito delle donne militari (è questa l’emancipazione?), vorrei far notare che non ne ho vista una magra, in forma. Una taglia 44? Macchè. A 20-25 anni son belle androgine di stazza simile ai loro coetanei maschi, se non più muscolose: un bel traguardo anche questo.

Insegnanti chiamati a domare classi di 32 alunni, postini che in motorino percorrono strade di campagna (e di città) dissestate insidiosissime, impiegati ingrigiti nei fascicoli, magistrati soffocati dalle carte, medici e infermieri di prontosoccorso… solo per parlare del settore pubblico, lavorano infinitamente di più. E’ ora di fare trasparenza.

Tra un po’ è Carnevale: riequilibriamo il gioco, smascheriamo i militari, togliamo loro gli aereoplanini e tutti gli altri giocattoli!

CACCIA E BINGO!

giugno 6, 2010


ITALIANE, ITALIANI, UNA SPESUCCIA PICCOLA COSI'…

ma Voi, non lo sentite un fastidio,
con rispetto parlando,

allo sfintere?

DUE.
SOLO DUE ESEMPI.
1
LE SPESE MILITARI
NON SI TAGLIANO!
2
I CREDITI FISCALI MILIONARI DELLE SALE BINGO
NON SI ESIGONO!

Così avremo tanti nuovi cacciabombardieri acquistati freschi freschi dai nostri amici U.S.A. da lustrare e alimentare
e
…tante facce di emuli berlusconidi che vivono nell'illusione
di arricchirsi giocando in circolazione!