Come si può pretendere di farla correre?
Posts Tagged ‘costume’
DENTIERA E LIMONI
febbraio 29, 2016Cosa ci regalano in BELLEZZA, questi anonimi (o quasi, perché riconoscibili da sigle) WRITERS? Un mondo: la dentiera a destra, più viva e mordente che mai, emette un fascio di luce scomposta che investe una mano verde, in qualche modo imbrigliata… da pastoie forse che le impediscono di esprimersi liberamente, ma si fa rappresentativa di corpo che cammina, come spesso succede per gioco, quando indice e medio sono le gambe… e la dentiera è illuminata a sua volta da esseri nastriformi portatori di lampadine accese di un’intelligenza primigenia… EVOCATIVA!
Un attento camaleonte staziona su un ramo che è nastro stradale asfaltato, dotato di linea di mezzeria ben segnata e non erosa dal traffico inesistente o sospeso, mentre afferra con la sua lingua vischiosa un convoglio stilizzato in forma estrema, sublimazione del mezzo treno, in fondo fatto di tanti parallelepipedi agganciati, da trainare con forza nella realtà della mobilità sostenibile, sorvolati da un curiosissimo pallone aereostatico con cestello… un drone giocattolo? il tutto corredato di collinette-croissants morbide, forse barriere fonoassorbenti, edifici-domino che presto o tardi collasseranno l’uno sull’altro, e un tipico sole-mezz’arancia al tramonto che invita a bere un liquidino artificiale di quel colore!
Non manca lo spaccato di vita privata esibito in pubblico: una coppia in viaggio, oppure due individui, maschio e femmina, singolarmente viaggianti e casualmente vicini sui sedili del treno, in cui i ruoli sono lasciati intendere come fossero ancora strettamente legati ad uno stereotipo: lui, stile business, con immancabile valigetta, si proietta con sorriso omodonte famelico su di lei, piriforme, compita, animale braccato, dotata di collana a perle regolamentare e borsetta copri-pudenda a cui aggrapparsi.
Il nostro writer, eroe, donatore di immagini colorate nelle grigie stazioni metropolitane, ci ha voluto raccontare forse la storia di un’omologazione ancora diffusa da rivoluzionare, da superare davvero?
L’ha incorniciata. Intendeva metterla nell’album dei ricordi.
Etico. Sublime!
ITALO, EATALO E IL BABBO NATALE PER TUTTE LE STAGIONI DI CORSO BUENOS AIRES
Maggio 4, 2015Il primo è il probabile nome di un italiano ex coloniale nato nel primo ventennio fascista, diciamo attorno al 1926, che negli anni ’60 alla soglia della quarantina, scocciato dal lavoro in divisa, trovava le modalità per andare in pensione anticipatamente: una presunta malattia cronica certificata da medici vari e respinta più volte da commissioni serie in almeno due città di questo sciagurato Paese, accettata dietro opportune manovre lubrificanti (cassetta vini pregiati all’impiegata e dupont al dirigente) in piccolo centro di regione defilata non meglio precisata… Risultato: 50 anni di emolumenti a spese della comunità (oggi Italo ha quasi 90 anni e il dato andrebbe moltiplicato per il numero enorme di furbi che approfittarono delle leggi morbide del passato!). E, con riferimento alla foto di cui sopra (montaggio eseguito per un progetto A-Ortista del 2008 di campo di grano in piazza Po, a Milano), Italo dovrebbe poterci raccontare da testimone oculare, gli Orti di Guerra che furono seminati nelle città per la politica sconsiderata che generò illibertà e fame autarchica.
Il secondo è il simbolo del contenitore di cibo di qualità che pochi si possono permettere: bio, a filiera controllata, sano e gustoso come è nelle pretese. Per pochi. Cresce intanto la fila alle mense dei poveri. Per inciso, al Mercato del Duomo, gli arredi sono fatti con assemblaggi di cassetti di vecchi comò: ecco dove finisce la cultura contadina! Pane a 10-12 euro e più al kg…
Suv e campo agricolo sotto casa: si percepisce qualcosa di stonato?
Il terzo è il nome che io do al barbone che alloggia in fondo a corso Buenos Aires sulla sinistra verso Loreto. Ha il fisico del ruolo (la tastiera non scrive correttamente il francese con gli accenti circonflessi, troppo lunga andarli a cercare nelle sottosezioni dei simboli…). Ha fame. Mangia le patatine con le due salse, gialla e rossa, offerte dai passanti impietositi che ne acquistano un cartoccio al nuovo spaccio insediato a pochi metri? Boh, quando passo di lì per andare… eheh, curiosi! lui dorme e parla nel sonno, ma c’è troppo rumore per sentire quel che rivela.
DEMATERIALIZZARE DOVE
gennaio 27, 2015Pura illusione. Sembrava che la tecnologia miniaturizzasse tutto. Invece no. I telefoni da passeggio diventan lenzuolini, sottili vabbè, ma poi ci vuole l’involucro protettivo antiurto personalizzato, uno per ogni giorno della settimana, per il compleanno, per natale e ferragosto, per il gatto e per il cane… Credevo che la vendita fosse circoscritta a Piazza Duomo: un manico d’ombrello cinese per allontanare l’apparecchio dai volti e inquadrare uno sfondo più ampio, per telescattarsi un sacro selfie. E per interrompere definitivamente la consuetudine di chiedere ‘Scusi, ci fa una foto?’. L’ho visto in mano a una turista sulla Passeggiata Anita Garibaldi, in riva al mar. Che ribolle di schiuma giallina.
ECOCIDIO E DETECTIVE AMBIENTALE
settembre 30, 2013Daniela Spera lavora a Taranto in una farmacia, è chimica e vuole scoprire la verità su inquinamento ambientale e salute (persa!). Per aiutare a prevenire danni peggiori.
La sua storia è raccontata nel libro VELENO di Cristina Zagaria, per Sperling&Kupfer.
Rosi Battaglia di www.cittadinireattivi.it sta compilando una mappatura dal basso della reattività civica: quanti cittadini italiani si stanno impegnando nella individuazione dei siti da bonificare, nella diffusione di informazioni geolocalizzate? Sono 15.000 i siti di interesse nazionale, secondo l’Istituto Ambientale di Ispra, sentite anche A.R.P.A. e A.S.L., afflitti da traffici illeciti di rifiuti anche molto pericolosi.
L’obiettivo è la trasparenza dell’informazione.
Considerazione a margine, ma non troppo. Tre donne, tra le tante nell’ombra, dimostrano col loro impegno che la casa è …fuori casa!
Ed è di tutti.
URGENTE: CLONARE ERCOLINI ALLE PIRAMIDI
Maggio 20, 2013Le Piramidi sono uno stabilimento balneare sciuretto, tra due serie di dune, mica come gli altri plebei uno in fila all’altro! Nell’isolamento dorato, i ferraresi sciuretti pranzano nei piattoni bianchi (ma la C. sostiene che ci sia della ruzna atavica in quel ristorante!) con moderate porzioni perché il resto è foglia di lattuga e spruzzi di balsamico… ma non si può nemmeno dire che per 25 euro a cranio non ti diano le linguine all’astice!! Bene. Osservo la scena. Le cameriere romene affacendate, corrono su e giù. Aspetto spaparanzata sul lettino giallo (ruzno?) la mia grigliata di pesce azzurro (‘ZZurro a Ponza, che flash!!): arriva con lattuga e due fettine di polenta arrostita, come si usa a Comacchio. Ce lo siamo detti anche ieri sera tornando, davanti agli gnocchetti di melanzane (dove sono? impallidisce il ricordo della precedente tornata…): noi si spazzola tutto, ma quanti avanzi sui piatti che tornano in cucina, ovunque! Stessa scena venerdì allo Sgnadùr e a Milano al Royal. Ragù scuro sospetto per i caplàzzz di là. Tortino di cioccolato bruciato respinto di qua. Ristoratori furbastri o pasticcioni. Giuro la prossima volta andiamo al Diana di S. Martino. Almeno incassa mio cugino!
Ercolini meticoloso e instancabile studia con la lente di ingrandimento il 30% dei rifiuti che la comunità manda in discarica per sapere cosa finisce nel sacco indifferenziato, distrattamente o in preda al dubbio. Un orologio, i tetrabrick, stracci… metalli… plastiche… Porta l’esaminato all’Università e cerca la soluzione con sistematicità e determinazione. Lui non si arrende. Ed è un amministratore pubblico. Io, in privato, neanche. Tanti piccoli gesti… costruiranno una sana Piramide Alimentare per tutti?
NOVITA’ ALLA CENTRALE E LE BOCCE DI TORTONA
febbraio 6, 2013Anche alla biglietteria della stazione, da oggi, c’è il numerino. Come all’ASL e in gastronomia. Premo il pulsante alla macchinetta che mi eroga un fiammante B036. L’impiegato dello sportello 14, ex area Frecce, ha un faccione triste da cagnolone rassegnato di indole pacifica. Lo intervisto mentre fatica a concentrarsi sui dati della mia tessera punti, e mi dà risposte scettiche. C’è disorientamento, vediamo se va o si inceppa… Ma, come ? Questa è giusta calma! I pochi in attesa sono sparsi come noccioline nell’atrio, non più rigidamente intruppati a serpentone lungo il nastro di contenimento, ed è già un progresso. Non devi più rimanere lì a sbuffare in fila, sei libero e fluido, puoi perfino offrirti un acquisto estemporaneo nei negozi del sotterraneo. E sarà un vantaggio soprattutto per il bar. Devi solo ricordarti di presentarti allo sportello al momento esatto del richiamo luminoso (e sonoro). Sennò, passa il …37!
Mentre ascolto l’elogio a Gian Antonio Stella durante il filo diretto con gli ascoltatori subito dopo Prima Pagina, per il suo impegno nel denunciare i problemi del territorio (dissesto, consumo di suolo, incuria del patrimonio culturale, ecc.), vedo alla stazione di Tortona, il campo bocce abbandonato. Il gioco sta rifiorendo, come il flipper! Non risulta però che partano progetti di recupero delle risorse esistenti. Staranno piuttosto costruendo ex-novo da qualche parte nuovi impianti sportivi su terreno agricolo, nei pressi di un nuovo ipermercato e di un recentissimo campo fotovoltaico. Business is business.